I Figli del Fiume Giallo

141 min
Genere: Drammatico
Paese: Cina, Francia, Giappone
Regia: Jia Zhangke
Cast: Tao Zhao, Fan Liao, Yi'nan Diao, Xiaogang Feng, Casper Liang, Zheng Xu, Yibai Zhang
Anno: 2018
Sito ufficiale: https:www.ashispurestwhitemovie.com
Lingua: Italiano
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Trama
Qiao è un ballerina innamorata del gangster Bin che per difenderlo, trovandosi coinvolta in un combattimento tra bande locali, spara un colpo di pistola. Per questo finirà cinque anni in carcere. Dopo il suo rilascio Qiao cercherà Bin per riprendere la sua vita con lui. Ma non tutto è rimasto come prima.
Quando le cose bruciano ad altissime temperature sono più pure, ma durano? E’ la calcinazione la cifra poetica e ideologica de I Figli del Fiume Giallo - Ash Is Purest White, il nuovo film del talentuoso cinese classe 1970 Jia Zhang-ke, Leone d’Oro nel 2006 con Still Life, in Concorso a Cannes 71.
Dal precedente Mountains May Depart mutua le dimensioni d’affresco, la ripartizione in tre epoche, l’addossamento ai personaggi quali vettori e Virgilii nella Cina oggi. Non più un triangolo ma una coppia: il boss di provincia Bin (Liao Fan) saggio e pacato e la sua fidanzata Qiao (Zhao Tao) tosta, volitiva e predominante, sono loro le cartine la tornasole dei cambiamenti repentini, drastici, immani che il Paese asiatico affronta oggi e che ne riguardano il tessuto sociale, l’architettura industriale, persino l’oro e l’idrografia (le Tre Gole del fiume Yangtze).
Il capitalismo deve arrivare e abbracciarlo equivale disabbracciarsi: per Bin e Qiao, sopra tutto per Jia Zhang-ke, che usa la love story per riflettere sull’evoluzione dei codici d’onore (criminali, relazionali, etc.) al mutare del contesto. Che cosa va in cenere e che cosa permane? Qiao finisce in prigione, si è immolata per Bin e si fa cinque anni, ma non lo trova ad aspettarla: che ne è di Bin, che ne è della loro relazione? Jia tallona per due ore e 21’ cercando nella ricerca di Qiao le tracce del rogo – quanto poi? – controllato che divampa in Cina: truffe abortive, cattoliche che rubano, miniere in dismissione, palazzoni da sommergere, ex autisti in Bentley, sedie a rotelle e la certezza che tutto cambia, le persone e i rapporti in primis.
C’è in Ash Is Purest White la dolenza crespuscolare degli yakuza movie fuori tempo massimo di Kitano Takeshi, qualche eco di Kill Bill in Qiao, se vogliamo, ma ogni vendetta, ogni rivalsa è impossibile perché si è davanti a uno specchio: Jia si conferma senza moralismi né lezioni la coscienza fatta cinema della Cina oggi. Il suo cinema come Araba Fenice, i suoi amori come tubi di scappamento: che cosa, se rimane, è più puro?